Quel che so è che non so

Sabato 26 marzo 2011 mattina, sono circa le nove, mi chiama una signora che conosco per chiedermi un consiglio sul da farsi per il suo mal di shciena che da qualche giorno si fa sentire ma che nelle ultime ore è diventato invivibile, dolore forte, impossibilità a afre qualsiasi cosa.

Do la mia disponoibilità per visitarla alle 14.00 dicendogli che ho un corso alle 14.30 e che quindi sarò “breve”, ma proveremo a farci un’idea della situazione.

Viene all’appuntamento, accompagnata poichè non riusciva a muoversi e mi dice che poco dopo avermi chiamato è svenuta dal dolore e che ha deciso di andare al pronto soccorso. Qui gli hanno proposto un paio di iniezioni, antidolorifiche, le famosissime coppie di routine, e di rimanere in osservazione. Ha deciso di andarsene perchè non voleva punturarsi.

In queste situazioni solitamente non ci sono grandi cose da fare, fase acuta di una possibile erniazione o protrusione.

Lamenta un dolore forte con irradiazioni che vanno dal polpaccio al tallone, bilateralmente. La invito a sdraiarsi sul lettino e lo fa con molta sofferenza. Tra me e me inizio a pensare che se ne andrà come è arrivata ed anche che ho solo 15 minuti per provare ad aiutarla.

Ho fatto tre cose dopo che si è stesa:

1) ho messo una mano sulla zona sacrale dove sono rimasto al amssaimo 30 secondi.

2) ho preso uno stiletto metallico che uso per stimolare alcuni punti sia sull’orecchio che sul corpo e ho stimolato la zona riflessa del bacino e colonna sull’orecchio, sia sul lobo anteriore che posteriore (quest’ultimo aiuta la bascula pelvica)

3) con lo stesso stiletto metallico ho tracciato delle linee dal pube fino all’ombelico: centrali (vaso concezione) e laterali (meridiano rene e stomaco), si stimola fino ad ottenere una linea rossa sulla pelle.

Gli chiedo di verificare muovendosi, se sente delle differenze nel dolore, diminuito o aumentato; non sente più nulla, si muove, si divincola ma non riesce a sentire il dolore. La faccio alzare e anche così non lo percepisce se non appena sul gluteo, ma nulla di rilevante. Il trattamento è durato dieci minuti in tutto e forse meno. Ci siamo salutati con l’impegno di tenersi in contatto, visto che il lunedì avrebbe fatto una risonanza.

Lunedì mattina mi invia un sms e mi dice che sta a passeggio in spiaggia, nessuna risonanza.

Riporto questa esperienza perchè sono quelle cose che a volte accadono in questo lavoro e  che si fa fatica a comprendere e debbo dire che non mi sforzo nememno molto in tal senso, alla fine ciò che conta è che stia meglio.

Ma questo ci conferma ancora una volta quanto l’uomo sia “magico” nel suo modo di funzionare.

A partire da un quadro funesto, ernie, risonanze, cortisonici etc si arrivi senza fare quasi niente a cancellare magicamente tutto.

Tutto quello che studi e che sembra abbia una certa linearità va a farsi friggere.

Il buon Einstein è stato abbastanza chiaro in questo

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché.”

So solo che sono stato bene tutto il pomeriggio.

Pubblicato da peppevagnoni

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